L’eroe byroniano rivive nel terzo millennio

L’eroe byroniano rivive nel terzo millennio

8 Luglio 2024

di Maddalena Libertini

Presentato il catalogo che annuncia la mostra fotografica della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna incentrata sulla rilettura contemporanea della figura e dell’opera di Byron. In vista del nuovo museo dedicato al poeta romantico.

È un percorso in più tappe quello che condurrà all’apertura del Museo Byron e del Risorgimento a Ravenna. Percorriamolo a ritroso: il 26 ottobre è la data fissata per l’inaugurazione ufficiale del nuovo museo a Palazzo Guiccioli, storica dimora in cui George Gordon Byron soggiornò insieme all’amata Teresa Gamba Guiccioli. L’edificio, proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, è stato oggetto di un progetto di restauro conservativo e di riqualificazione che lo ha trasformato in un vero e proprio polo museale: nei 2.220 mq del complesso architettonico nel centro della città troveranno casa le collezioni byroniane e quelle risorgimentali insieme al Museo delle Bambole – Collezione Graziella Gardini Pasini. Di questo nuovo spazio espositivo, che sarà insieme storico, letterario e anche multimediale ed esperienziale grazie all’intervento di Studio Azzurro, avremo modo di tornare a parlare qui nel sito di è cultura!.

Dal 25 luglio e proprio fino al 26 ottobre sarà intanto possibile visitare la mostra Byron Contemporaneo: sogni, bisogni, maschere e ossessioni del Maestro del Romanticismo allestita presso i Chiostri Danteschi della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e costruita sui nessi tra la parola poetica e l’immagine. Il fotografo Giampiero Corelli si è fatto guidare dai versi del poeta inglese per lasciar fluire ispirazioni e associazioni che, in un corto circuito temporale, trasportano il temperamento romantico, l’animo inquieto e passionale, l’indole avventurosa attratta dal viaggio, dalla scoperta, dalla libertà incarnati da Lord Byron nel nuovo millennio. Alcune foto ritrovano le ambientazioni della sua permanenza a Ravenna, altre rimandano alla sua relazione con Teresa Gamba, molte affidano ai modelli il compito di dare corporeità con i propri volti e la propria fisicità a sentimenti, pulsioni, carica emotiva che gli scritti di Byron evocano con le parole.

Già alla fine di giugno però un’anticipazione: è stato presentato a Firenze al Gabinetto scientifico letterario Vieusseux, presieduto da Riccardo Nencini, il catalogo che accompagna la mostra. Il volume omonimo, in italiano e inglese, raccoglie gli scatti di Corelli, le citazioni di Byron selezionate da Giulia Melandri e i testi di Antonio Patuelli, Presidente del Gruppo la Cassa di Ravenna; Ernesto Giuseppe Alfieri, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna; Nencini, che è anche scrittore e storico; Vincenzo Patanè, giornalista, critico cinematografico e docente d’arte, e Daniela Ferrari, curatrice e conservatrice del MART.  

Patuelli e Alfieri restituiscono il senso del progetto museale a Palazzo Guiccioli e di quello espositivo ai Chiostri Danteschi. Descrivono il primo come un luogo della memoria in cui “incastonare la storia del poeta eretico che a Ravenna conobbe l’ispirazione e sposò la libertà poi sviluppata dai protagonisti dell’Italia nascente, Garibaldi tra tutti”, mentre rispetto alla mostra commentano come “Byron resta con noi, con il suo urlo barbarico che rompe il silenzio, con la sua postura audace, il sorriso malinconico che balena anche nei volti delle ragazze e dei ragazzi fotografati da Giampiero Corelli, il futuro che sgorga dalla vita di un uomo che ci affascina ancora”.

Ma chi era Byron, cosa lo muoveva e chi sarebbe oggi? “Per il poeta l’avventura è il sale della vita, follia vivere secondo il canone del tempo, un piacere andare incontro all’imprevedibile. L’avventura è energia vitale, azione creativa. L’Italia percorsa da fremiti rivoluzionari, immersa nel clima pre risorgimentale, è il luogo eletto, fonte di ispirazione, stimolo a immaginare una comunità meno conservatrice della sua terra di origine, costruita su gerarchie sociali intoccabili. Ravenna è la città ideale.”, scrive Nencini.

Byron, ricorda Patanè, fu un divo ante litteram: “giovane, bello, pensieroso e dannato, impersonò a meraviglia, assieme ai suoi eroi che tanto gli somigliavano, il modello per eccellenza per più di una generazione romantica”. Ma, dietro a questa patina del personaggio consegnata alla storia fu molto di più e molti tratti della sua personalità, certe forme di ribellione, trasgressione, inquietudine e insofferenza all’omologazione del pensiero possono farlo sentire vicino alle generazioni contemporanee.

Ferrari menziona un ulteriore aspetto del progetto: i grandi manifesti che dal primo luglio che occupano lo spazio delle affissioni urbane nelle vie di Ravenna annunciando la mostra e allo stesso tempo, con il doppio registro testuale e visivo, invitando i passanti a lasciarsi suggestionare in modo inedito dai versi di Byron.

Un’ultima data da ricordare: il 19 aprile 2024, bicentenario della morte del poeta avvenuta a Missolungi in Grecia, è stata annunciata a Ravenna la costituzione della Italian Byron Society, che avrà sede a Palazzo Guiccioli.

 

 

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