Adoremus! Quattro capolavori per il Natale 2023

Adoremus! Quattro capolavori per il Natale 2023

22 Dicembre 2023

Sono quattro le opere pittoriche che il Museo Diocesano di Brescia, in collaborazione con la Quadreria BPER, ha scelto di esporre per il periodo natalizio: quattro scene dell’infanzia di Cristo che mostrano come gli artisti abbiamo tenuto insieme nella rappresentazione il mistero del sacro e il senso di umanità, che traspare soprattutto nel legame tra la Madonna e il Bambino.

Il tema di “Adoremus! I capolavori di Natale 2023” è la contemplazione e viene illustrato attraverso una icona ortodossa, l’Adorazione dei pastori di Bernardo Licinio, Madonna col Bambino del Moretto e Madonna con Bambino, San Giorgio e San Nicola da Tolentino di Alessandro Tiarini.

L’icona, realizzata nel XIX secolo e di proprietà del Museo Diocesano, mantiene il tipico carattere primitivo della pittura su fondo oro: contiene una narrazione simultanea e condensata di tre diversi episodi ambientati all’interno di tre grotte della stessa montagna. Nella metà superiore è raffigurata la Natività con la Madonna sdraiata in un giaciglio a forma di mandorla e il Bambino visitato dai Magi e vegliato dagli Angeli. Nella parte sinistra della metà inferiore, Giuseppe assorto nel pensiero del miracolo a cui ha assistito viene avvicinato dal demonio nelle vesti di un pastore mentre, a destra, il primo bagno di Cristo a ricordare la sua duplice natura umana e divina.

In deposito alla Fondazione Brescia Musei, l’Adorazione dei pastori di Bernardino Licinio è stata dipinta dal pittore veneziano nel 1530 circa per un committente bresciano, Alessandro Averoldi, per essere collocata in una chiesa locale. L’ambientazione è agreste, un paesaggio naturale rigoglioso con le greggi al pascolo, che ha fatto pensare alla mano di Giorgione. Anche questo quadro nasconde la simultaneità di due scene: nello sfondo l’angelo annuncia ai pastori la nascita e, in primo piano, vediamo la Sacra Famiglia e due pastori in adorazione. Le fisionomie estremamente definite dei due uomini sono state interpretate come ritratti. Licinio non dimentica di creare contrasto tra il chiarore rosato del Bambino e della Madre rispetto alla carnalità degli altri personaggi. Maria e Gesù, infine, si stagliano luminosi rispetto alla quinta scura di un edificio da cui spuntano appena nella penombra i musi del bue e dell’asino.

Si entra nel pieno manierismo con la Madonna con il Bambino e un angelo di Alessandro Bonvicino detto il Moretto. In questa tela della collezione del Museo Diocesano, dipinta tra il 1540 e il 1550, la gamma dei toni dei primi anni della carriera del maestro del Rinascimento bresciano si è smorzata, il colorismo addolcisce le forme donando alla Sacra conversazione una atmosfera intima e familiare. Di nuovo l’artificio scenico è realizzato con un fondo scuro, in questo caso una tenda, che mette in risalto le figure di Maria e del Figlio.

Infine nel quadro del 1628 circa “Madonna con Bambino, San Giorgio e San Nicola da Tolentino” del bolognese Alessandro Tiarini, in prestito dalla Quadreria BPER di Modena, le quattro figure affollano lo spazio pittorico emergendo dalla penombra. La fonte della luce sembra irradiarsi dal Bambino stesso e riverberarsi sui volti degli altri personaggi adoranti. Il gesto di Benedizione si estende dalle figure dipinte a tutta la comunità dei fedeli.

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