Si è ufficialmente aperto il 20 gennaio con il discorso inaugurale del presidente Sergio Mattarella l’anno di Pesaro Capitale italiana della cultura. In calendario 329 appuntamenti nella città, a cui si uniranno quelli nei 50 comuni della provincia, per un totale di circa un migliaio di eventi.
Pesaro raccoglie il testimone da Bergamo-Brescia e diventa Capitale italiana della cultura 2024, pronta ad accogliere i visitatori da tutto il mondo. Lo fa in un anno bisestile che consente di celebrare il 29 febbraio il compleanno di Gioacchino Rossini – nato a Pesaro proprio in questa data nel 1792 – con una giornata di festa e l’inaugurazione dell’Auditorium Scavolini.
Sarà questa nuova ‘Casa della Musica’ a ospitare l’apertura e la chiusura della 45esima edizione del Rossini Opera Festival (dal 7 al 23 agosto 2024), per l’occasione ampliata e prolungata di 4 giorni rispetto al consueto: due le nuove produzioni (Ermione e Bianca e Falliero) insieme a tre riprese (L’equivoco stravagante, Il barbiere di Siviglia e Il viaggio a Reims dei giovani dell’Accademia Rossiniana) e dieci concerti eseguiti al Teatro Rossini.
Il ROF è certamente una manifestazione che ha reso Pesaro nota internazionalmente, ma la musica non è l’unica vocazione culturale della città: c’è il cinema con la Mostra del Nuovo Cinema, giunta alla 60ma edizione; i libri, Pesaro è ‘Città che Legge’ riconosciuta dal Cepell (Centro per il libro e la lettura del MIC); il teatro, con il GAD, Festival Nazionale d’Arte Drammatica; il mare e il verde, con 7 km di spiaggia e il Parco naturale del Monte San Bartolo; la mobilità a due ruote con la ‘Bicipolitana’, la rete di ciclabili urbana e quella extraurbana. Senza parlare del patrimonio di arte, storia ed enogastronomia, che in Italia tendiamo a dare come un assunto.
Per tenere insieme tutte queste sfaccettature si è deciso di puntare su un’idea di cultura diffusa, inclusiva e in dialogo con l’ambiente. Il claim di Pesaro Capitale italiana della cultura 2024 è “La Natura della cultura” ed esprime la volontà di esplorare tutte le interazioni tra arte, natura e tecnologia. Il tema è stato declinato in cinque filoni che corrispondono ad altrettanti ambiti di azione: la natura della cultura è ubiqua, per la riconfigurazione dello spazio pubblico; imprevedibile, per la riscoperta di luoghi dismessi e la loro rigenerazione attraverso lo sguardo inedito degli artisti; operosa, per le relazioni e i passaggi di competenze tra generazioni e discipline differenti; vivente, per la diffusione di una coscienza ecologica; mobile, per ripensare le distanze in ottica di prossimità e sostenibilità.
Nella scelta dei progetti da attivare secondo queste linee tematiche sono stati coinvolti tutti i comuni della provincia, considerando Pesaro come centro urbano di una rete dislocata dall’Appennino all’Adriatico. Con questa logica è stato pensato anche il progetto ‘50X50 Capitali al quadrato’ per cui ognuno dei 50 comuni sarà, a turno, capitale per una settimana.
Un’occasione, quindi, per dare spazio alle realtà attive nel territorio con un processo corale, partecipato e inclusivo che ha fatto fiorire moltissime proposte, che grazie al bando di finanziamento attivato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro e Urbino e la partnership di Banca di Pesaro – Credito Cooperativo hanno trovato concretezza.
“Pesaro 2024 è un progetto collettivo, che abbraccia le due grandi sfide epocali che stiamo vivendo: quella ambientale e quella culturale.” – ha detto il sindaco Matteo Ricci – “È il racconto di un territorio che ha deciso di giocarsi questa sfida in maniera corale, come una “città orchestra”, dove ognuno di noi, comuni, imprese, associazioni, cittadini, suona il proprio strumento per comporre insieme una melodia di rinascita”.
Il 2024 sarà un anno ‘straordinario’ che vedrà confluire a Pesaro artisti di calibro internazionale e prime nazionali e mondiali. In alcuni degli eventi più attesi torna in primo piano l’intreccio con la tecnologia: Kagami di Riūichi Sakamoto e Tin Drum, ultima opera del leggendario compositore giapponese, scomparso ad aprile, è uno spettacolo immersivo potenziato dalla realtà aumentata; la performance The Life di Marina Abramović usa la mixed reality per un incontro digitale con l’artista secondo il concetto di “assenza materiale”; Twin Color di Murcof e Simon Geilfus è una composizione musicale originale che esplora ambienti ultrarealistici e naturali nella Sonosfera®, anfiteatro tecnologico unico al mondo per l’ascolto profondo di ecosistemi e musica.
Ispirata alla sostenibilità è invece la performance Ritornano le lucciole: Spark di Studio Roosegaarde in cui migliaia di piccole scintille organiche e biodegradabili sostituiranno i tradizionali fuochi d’artificio ricreando alla luce poetica delle lucciole.
E ancora concerti pop, teatro contemporaneo, mostre, incontri, letture pubbliche, creazioni coreografiche, manifestazioni enogastronomiche, residenze artistiche, istallazioni fotografiche, street art.
Dal 24 febbraio illuminerà piazza del Popolo con i suoi 4 metri di diametro e milioni di Led la Biosfera, simbolo di Pesaro 2024: “un’installazione scultoreo-digitale che coniuga arte e scienza, patrimonio culturale e avanzate ricerche tecnologiche, natura e cultura” – spiega il sindaco Ricci – “e che sarà animata da contenuti visivi e sonori generati attraverso intelligenza artificiale e complessi sistemi di interazione in tempo reale con il pubblico”.
Gemellata con Kharkiv in Ucraina, Pesaro ha voluto mettere la propria investitura a Capitale della Cultura sotto il segno della pace, tema che è stato ripreso dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso alla cerimonia inaugurale:
“La cultura – ha sottolineato – è un lievito che può rigenerare la pace. E con essa i valori umani che le guerre tendono a cancellare, annegandoli nell’odio, nel rancore, nella vendetta, indotti dagli estremismi nazionalistici. In questo momento parlare di cultura, pensare la cultura, trasmettere cultura vuol dire alzare lo sguardo, per un compito di grande portata. Perché la cultura è paziente semina, specialmente nelle nuove generazioni. Perché la cultura è beneficamente contagiosa e permette di riflettere sulla storia per non ricadere negli errori del passato. Permette di ammirare l’arte, la bellezza, l’ingegno, consapevoli che l’estetica non può separarsi da un’etica di rispetto per la persona”.