È stata firmata il 6 settembre la Dichiarazione d’Intenti di collaborazione tra il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e Intesa Sanpaolo. La sinergia mira a rafforzare la promozione della legalità e la valorizzazione e tutela del patrimonio culturale nazionale.
Nel 2022 i Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale hanno recuperato 80.522 beni d’arte per un valore complessivo stimato di € 84.274.073. In totale, dall’istituzione nel 1969, il Comando ha restituito alla cittadinanza o ai legittimi proprietari più di tre milioni di beni culturali e sequestrato 1.368.267 opere false. Una attività fondamentale di contrasto alle azioni criminose di furto, appropriazione illecita e traffico di beni culturali nell’interesse della collettività che acquista efficacia quanto più è sostenuta anche da altri soggetti: su queste basi è nata l’interlocuzione con Intesa Sanpaolo, che oltre a condividere questi valori, opera in ambito culturale con le proprie collezioni e con il polo museale delle Gallerie d’Italia. A formalizzare questa comunione di obiettivi il documento firmato presso la Caserma La Marmora di Roma dal Generale di Brigata Vincenzo Molinese, e per il gruppo bancario, da Paolo Maria Vittorio Grandi, Chief Governance Officer, e Stefano Lucchini, Chief Institutional Affairs and External Communication Officer.
La diffusione della cultura della legalità prevista dalla Dichiarazione d’Intenti si esplica anche attraverso – ha spiegato Molinese – iniziative preventive di controllo delle opere prestate da terzi alle istituzioni espositive mentre l’allestimento di esposizioni temporanee dei beni culturali recuperati può contribuire alla sensibilizzazione del pubblico sulla necessità di tutelare il patrimonio storico italiano.
Il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale è un corpo di eccellenza nel panorama internazionale, indicato come esempio per gli altri paesi già dalla Convenzione Unesco di Parigi del 1970. I Carabinieri dell’Arte, militari che hanno acquisito una specializzazione in materia, conducono l’attività investigativa con il supporto della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” che gestiscono e alimentano in esclusiva: primo e unico database al mondo finalizzato al contrasto del traffico di opere d’arte con oltre 1,3 milioni di beni catalogati, dalla creazione nel 1980 è ancora un punto di riferimento per tutti i sistemi informativi di settore. Questa expertise ha permesso di recuperare capolavori trafugati così come opere finite nel mercato clandestino prima ancora di raggiungere quello legale, restituendoli al pubblico.
Condividere e restituire alla collettività arte, conoscenza e bellezza: questo è anche uno dei principi ispiratori del Progetto Cultura della Direzione Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo. “Ci siamo riconosciuti attivi nello stesso ambito e con le stesse finalità” ha detto Grandi. Le radici di questa sintonia si possono rintracciare indietro nel tempo. Dal 1989 il gruppo è impegnato nel programma biennale “Restituzioni”, mirato a restaurare e valorizzare opere d’arte del patrimonio nazionale. In questo modo la banca ha sostenuto il restauro di duemila opere e monumenti, selezionati in base alle segnalazioni delle Soprintendenze e degli enti di tutela degli organismi, e ha organizzato mostre temporanee per restituirli al pubblico nella loro “recuperata” integrità.