Il 26 maggio le dimore storiche riaprono le loro porte al pubblico. Un evento di arte e cultura e un’occasione per riflettere sull’importanza di questa rete per il Paese.
Sono più di 450, tra castelli, rocche, ville, parchi, giardini, i monumenti che sarà possibile visitare gratuitamente in tutta Italia domenica 26 maggio per la XIV edizione della Giornata Nazionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane.
Dai piccoli centri alle grandi città, è sufficiente collegarsi a questo link per scoprire i luoghi di interesse e prenotare la visita, organizzando una gita o anche restando a pochi passi da casa.
È infatti diffusissimo il patrimonio culturale privato nazionale, con circa 37 mila immobili identificati, di cui oltre 8.200 dimore private abitualmente aperte al pubblico. Considerando che il numero dei comuni italiani ammonta a 7.901, si parla, in media, di più di una dimora per località. Numeri che confermano l’Italia come un caso di eccellenza nel contesto mondiale.
Questa edizione della Giornata Nazionale ADSI vuole essere un’occasione, oltre che per fare esperienza delle bellezze italiane, anche per sensibilizzare la società civile e le istituzioni sul ruolo che le dimore storiche ricoprono per il tessuto socio-economico del Paese.
“Il 28% delle dimore, infatti, si trova in comuni sotto i 5.000 abitanti – che costituiscono il 70% dei comuni italiani –, oltre la metà (54%) si trova nei centri abitati con meno di 20.000 abitanti e il 31,3% in aree periurbane o al di fuori delle città. Più di una dimora su tre risulta inoltre essere all’interno di un borgo storico, una su quattro in area rurale. Le dimore sono beni non delocalizzabili che generano un valore sociale e un’economia indissolubilmente legata al territorio. Se adeguatamente valorizzate possono quindi rappresentare uno stimolo per la ripartenza dei piccoli comuni garantendo un ritorno positivo per le attività produttive locali che sono sempre più in difficoltà. Le aree interne – pari al 58% del Paese, in cui vivono 13 mln di persone – sono sempre più povere e prive di servizi a causa di uno spopolamento che va ben oltre l’attuale calo demografico”, riportano le fonti dell’ADSI.
A questo si aggiunge il fenomeno del turismo di breve-medio raggio, la cui capacità di spesa è in crescita negli ultimi anni. Il turismo di prossimità rappresenta uno strumento in più per valorizzare e preservare i borghi e il loro patrimonio culturale e naturale, favorendo anche la ripresa e lo sviluppo delle comunità locali. Intorno alla realtà delle dimore storiche, infatti, possono organizzarsi iniziative culturali e imprenditoriali che offrano nuove opportunità di impiego nelle diverse filiere produttive connesse – da quello turistica a quella artigianale, agricola, vitivinicola, del restauro fino all’organizzazione di eventi e convegni.
Le Dimore Storiche non sono solo un grande museo diffuso, ma un motore dell’industria culturale del Paese, creano occupazione e valore sociale in un’ottica di sostenibilità fondata sulla storia e sulla cultura italiana. Un’ulteriore ragione per partecipare domenica 26 maggio.
L’iniziativa è organizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale Case della Memoria, la Federazione Italiana Amici dei Musei (FIDAM) e Federmatrimoni ed Eventi Privati (Federmep), con il patrocinio di ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo e della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO e del Ministero della Cultura. TGR e RAI Pubblica Utilità sono media partner dell’evento.