Adamo ed Eva nel giardino riscoperto

Adamo ed Eva nel giardino riscoperto

Credem

3 Ottobre 2023

Sabato 7 ottobre Credem presenterà al pubblico per la prima volta il nuovo percorso di scultura monumentale allestito a Palazzo Spalletti Trivelli a Reggio Emilia.

 

Palazzo Spalletti Trivelli, attuale sede del Credito Emiliano, è una dimora storica sulla via Emilia San Pietro, risultato dell’accorpamento di diverse unità edilizie nel corso dei secoli. Il nucleo principale è quello d’angolo, la cui forma quadrangolare originaria con cortile interno dell’inizio del XVI secolo compare già nella pianta di Reggio Emilia di Giusto Sadeler del 1606. È questa fabbrica che i fratelli Guicciardi, imprenditori dell’industria della seta, freschi del titolo di conti, decisero di acquistare e abbellire per dare lustro al nuovo prestigio nobiliare della famiglia. Qui alloggiò Napoleone nel 1796 durante la Campagna d’Italia.  Anche i successivi proprietari, gli Spalletti Trivelli, condussero a partire dal 1830 lavori di rinnovamento e ampliamento acquistando le proprietà adiacenti. A loro si deve anche il programma decorativo affidato a Prospero Minghetti e Vincenzo Carnevali e ispirato al gusto neoclassico imperante. Proprietà pubblica dalla fine dell’Ottocento, il palazzo ha ospitato la Banca d’Italia e le Poste e Telegrafi per essere poi acquistato nel 1940 dalla Banca Agricola Commerciale di Reggio Emilia, oggi Credem, e diventare sede degli uffici e delle collezioni d’arte.

Il fronte architettonico su strada rivela con le diverse forme e altezze la sua storia composita e negli anni si è fuso in un più ampio isolato urbano racchiudendo al suo interno, oltre alla corte principale, il piccolo polmone verde dell’elegante giardino con piante secolari, invisibile dall’esterno.

In occasione della manifestazione è cultura! sabato 7 ottobre sarà possibile partecipare all’apertura eccezionale del giardino e alla visita al nuovo allestimento di scultura monumentale negli spazi all’aperto del palazzo.

Sono tre, in particolare, le opere della collezione Credem che sono state scelte per essere ambientate qui, tutte e tre realizzate tra il 1930 e il 1940.

Era stato pensato fin dall’inizio per un giardino il gruppo bronzeo di “Adamo ed Eva” (1932) di Arturo Martini (Treviso 1889-Milano 1947), uno dei capolavori della raccolta della banca acquisito nel 1985. Commissionata dai coniugi mecenati Arturo Ottolenghi e Herta von Wedekind per la villa che stavano costruendo nella tenuta sulle colline di Acqui Terme e che immaginavano come un ideale contenitore di opere d’arte e un cenacolo di artisti, l’opera di Martini era stata concepita per essere collocata nel giardino circostante chiamato “paradiso terrestre”. Eseguita in pietra di Finale, fu poi replicata in bronzo. Martini è considerato l’autore più originale e creativo della sua generazione e un riferimento per le successive. L’influenza dell’adesione al gruppo “Valori Plastici” si riverbera nella produzione seguente in una rilettura del passato che qui si esprime in un rimando alla pittura quattrocentesca nelle forme e un effetto primitivo, arcaico nella finitura irregolare e scabra della superficie. Adamo ed Eva, colti nell’atto di scambiarsi la mela, devono abbandonare l’Eden e iniziare la loro esistenza terrena.

Lo stesso soggetto viene sviluppato in una prova giovanile da Adriano Alloati (Torino 1909-1975) su un bassorilievo di grandi dimensioni in terracotta, già presente nella collezione Credem e presentato per la prima volta al pubblico. La chiave è diversa, le figure non sono ieratiche e solenni come quelle di Martini, Adamo è impegnato a lavorare la Terra e, sebbene lo sfondo architettonico con la teoria di archi e il nudo rimandino alla classicità, qui viene interpretata in una visione etica del lavoro.

È invece una acquisizione recente il bassorilievo in gesso “La famiglia” (1939) dello scultore e medaglista reggiano Armando Giuffredi (Montecchio 1909-1986). Quello degli affetti familiari era un tema caro a Giuffredi che ai ritratti dei genitori, della sorella, della moglie e dei figli ha dedicato molte opere. Con il bassorilievo partecipa al concorso per la XXVI Biennale di Venezia del 1940 e lo vince: sceglie il tema della famiglia e decide di rappresentare la vita contadina da cui proviene. La composizione, articolata quasi prospetticamente su uno slittamento di piani sfruttando un andamento verticale, è affollata di figure: davanti una madre che allatta un neonato, un coniglio, un bambino con il suo cane. Al centro la nonna all’arcolaio e in alto, ovvero idealmente più lontano, il padre che torna dalla campagna con la zappa e una cesta colma di frutti. Riempiono i vuoti altri animali, l’oca, la mucca, le colombe e alcuni elementi vegetali. La mostra internazionale d’arte inaugurò il 18 maggio, Giuffredi fece appena in tempo a visitarla e il 10 giugno l’Italia entrò in guerra.

Per le informazioni sull’evento “Il giardino riscoperto. Percorsi di scultura monumentale nelle collezioni d’are Credem” clicca qui.

 

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