Entrare nella storia a palazzo Altieri

Entrare nella storia a palazzo Altieri

19 Settembre 2024

di Maddalena Libertini

Sabato 5 ottobre le visite guidate gratuite organizzate dall’ABI a Palazzo Altieri accompagneranno il pubblico a scoprire i bellissimi ambienti affrescati nel XVII e XVIII secolo.

Nel centro di Roma a pochi minuti dal Pantheon, tra piazza Venezia e l’area sacra di Largo Argentina, sorge Palazzo Altieri. Nonostante le grandi dimensioni, potrebbe quasi passare inosservato, appoggiato su uno stretto tratto viario di via del Plebiscito e messo in secondo piano dalla facciata della chiesa del Gesù, progettata nella seconda metà del Cinquecento da Andrea del Vignola e completata da Giacomo della Porta. Sebbene nel tempo abbia assunto varie destinazioni d’uso, tra cui residenze private e spazi di lavoro, la presenza di fondazioni e istituzioni come l’Associazione Bancaria Italiana ha permesso di preservare al suo interno gli ambienti storici, gli arredi, gli stucchi e le opere d’arte che ne testimoniano ancora il posto di rilievo nella cultura figurativa tra Seicento e Settecento. Il 5 ottobre sarà possibile vederli nell’ambito della seconda edizione di è cultura!.

È l’architetto Giovanni Antonio De Rossi a essere chiamato a metà del XVII secolo dagli Altieri per rendere adeguato il palazzo della famiglia alla nomina a cardinale di Giovanni Battista Altieri ricevuta nel 1643. L’edificio si inserisce così nella tradizione romana dei palazzi nobiliari destinati a dare lustro alla casata dei proprietari, di cui l’esempio più fulgido del Barocco è Palazzo Barberini. Nel 1670 l’elezione a sorpresa di Emilio Altieri al soglio papale con il nome di Clemente X impone un ulteriore salto di qualità alle aspirazioni familiari che si traducono in un nuovo intervento sul palazzo e l’acquisizione di altri fabbricati per ampliarlo. È in questa seconda fase che viene concepito un grandioso apparato decorativo incentrato sulla esaltazione di Roma antica e moderna, rileggendo il mito pagano come antefatto della gloria della Chiesa cattolica e disegnando una discendenza della famiglia direttamente dai fondatori della città. Dietro la concezione di questo ambizioso programma iconografico c’è Giovan Pietro Bellori, figura centrale del dibattito artistico della seconda metà del Seicento e ardente sostenitore del classicismo. Principale esecutore materiale ne è invece Carlo Maratti, autore del maestoso affresco nel grande salone della Clemenza, al quale si affiancano altri artisti che ornano alcune sale del palazzo secondo lo stesso principio ispiratore. È il caso de Il Carro del Sole di Fabrizio Chiari che campeggia nell’ottagono centrale della volta della sala degli Specchi.

Alla fine del Settecento il matrimonio tra Paluzzo Altieri e Marianna di Sassonia inaugura una nuova fase decorativa. Viene creato per i due sposi un appartamento di rappresentanza improntato al nuovo gusto antiquario neoclassico. Questo rinnovamento è affidato a Felice Giani. Il raffinato artista orchestra un gruppo di esperti collaboratori per dare alle sale una nuova veste che tiene conto delle scoperte archeologiche di Pompei ed Ercolano ma ne reinterpreta i motivi – le grottesche, i festoni, le candeliere – e le cromie con uno spirito a lui contemporaneo. Scene affrescate, sfondati illusionistici, tarsie marmoree, rilievi a stucco, cornici di alabastro e persino due colonne in porfido e un pavimento a mosaico antico insieme alle scene affrescate e agli sfondati illusionistici compongono un insieme che racconta i fasti e il mecenatismo della famiglia Altieri ma anche un pezzo importante di storia dell’arte italiana.

 

Scopri di più sulle visite a Palazzo Altieri.

 

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