Tra pittura da cavalletto, illustrazioni grafiche, bozzetti e opere murali, la retrospettiva alla Galleria BPER di Modena intesse la ponderata monumentalità dell’artista con il suo registro più personale e profondo.
Solennità e tormento, a queste due parole la curatrice Daniela Ferrari ha affidato il compendio della parabola artistica di Mario Sironi, lasciando che ad avvalorarle siano le opere in mostra nello spazio espositivo di BPER Banca fino al 4 febbraio 2024. Una selezione di più di quaranta lavori dell’artista, il cui nucleo principale è costituito dalla donazione che la compagna Mimì Costa fece nel 1986 al Banco di Sardegna (oggi parte del Gruppo BPER) e che, per la prima volta da allora, esce dall’isola. A questo si aggiungono capolavori provenienti da collezioni private, dall’Associazione Mario Sironi e dall’Archivio Mario Sironi.
Le parole sono state uno spunto importante per la mostra “Mario Sironi. Solennità e tormento”, inaugurata a metà settembre in concomitanza con la XIII edizione del Festivalfilosofia, dedicata proprio alla centralità del linguaggio. Le parole ritornano nei pezzi di carta di giornale che Sironi usava, più come texture materiali che per la loro semantica, per i suoi papiers collés o si trovava accidentalmente negli svariati supporti sui cui disegnava; sono il lettering delle composizioni grafiche dei manifesti che realizzava per mostre ed esposizioni collettive, e sono anche le parole della propaganda che ha supportato con le sue illustrazioni politiche e satiriche sul “Popolo d’Italia” con cui collaborò fino all’autunno del 1942 e per il quale fu anche critico d’arte. Sono le parole dei testi programmatici che ha scritto e firmato in diversi momenti della sua carriera: “Contro tutti i ritorni in pittura. Manifesto Futurista” del 1920, ma in realtà preambolo dell’adesione al gruppo Novecento di cui fu uno dei protagonisti; “Pittura Murale” e “Manifesto della Pittura Murale”, rispettivamente del 1932 e 1933, che sanciscono la sua idea di un’arte “sociale per eccellenza”.
Nella mostra, però, sono le opere a parlare e quello che dicono apre uno squarcio su un artista che è convinto dei suoi valori e della capacità di tradurre in arte la propria sincera adesione politica ma allo stesso tempo ha un animo inquieto e incline un sentimento tragico dell’esistenza. Lo suggerisce la sua tavolozza che si muove tra grigi, neri, ocra, biacche, terre ma per una scelta volontaria come dimostrano due eccezioni esposte a Modena, “Periferia con aereo” del 1918 e “Figure” del 1930.
Parlano di un autore che si sente affine alla tradizione classica ma non per questo non è aggiornato su cubismo, metafisica, espressionismo e sui suoi contemporanei come si vede, per esempio ma non solo, in “Natura morta con tazza blu” (1924). Di un pittore cha ha un forte senso etico dell’arte, della sua vocazione pubblica e della sua funzione collettiva e che, pertanto, sposa la decorazione murale monumentale della quale è paradigmatico lo studio preparatorio per l’affresco “Allegoria del lavoro” (1932-1933). E di un uomo, sconfitto dalla storia e segnato da eventi personali, che ripiega sul lavoro con una attività frenetica e fagocitante.
I paesaggi urbani sono una costante dell’opera di Sironi, qui soprattutto si rivela la tensione tra la plasticità delle masse edilizie modellata dai chiaroscuri e un senso di desolazione quasi spettrale. Anche ne “Il gasometro” (1943) la solitaria e anonima figura umana in bicicletta sembra minuscola nello spazio dominato dalle ciminiere e dall’edificio industriale: la frenesia della città futurista, simbolo dell’utopia del progresso, cede il passo all’alienazione della metropoli, in un opprimente vuoto esistenziale.
La mostra è aperta dal venerdì al sabato a ingresso libero e gratuito. È possibile prenotare una visita guidata al link presente nella pagina dedicata sul sito di BPER Banca.
Per maggiori informazioni sulle modalità di visita durante è cultura!, clicca qui
L’esposizione è accompagnata da un catalogo, in vendita a un prezzo simbolico di 2 euro, con i saggi critici di Daniela Ferrari, curatrice della mostra, e Fabio Benzi, uno dei massimi esperti dell’opera sironiana, e la documentazione iconografica delle opere della mostra.
L’intero ricavato del catalogo, insieme al contributo di BPER Banca, verrà devoluto alla Fondazione Dynamo Camp ETS (Ente del Terzo Settore) che offre gratuitamente attività di Terapia Ricreativa a bambini e ragazzi con gravi patologie e alle loro famiglie, con l’obiettivo dello svago e del divertimento ma anche di migliorarne la qualità della vita.